Comunicato stampa

Riepilogo dei punti chiave dell’annuncio sulla libertà religiosa

 

 

  1. La Chiesa sosterrà le misure legislative mirate a fornire protezione in materia di alloggio, di impiego e di altre aree in cui tale protezione non è garantita alle persone LGBT, assicurandosi però che la libertà di religione non ne esca compromessa.
  2. La Chiesa crede che un approccio “equo per tutti”, che si sforzi di bilanciare tutele ragionevoli per le persone LGBT proteggendo al contempo i diritti religiosi fondamentali, sia il modo migliore per superare le aspre divergenze e l’attuale divisione culturale presenti nel nostro paese. 
  3. L’erosione della libertà religiosa è fonte di grande preoccupazione per la Chiesa. Quando le persone religiose vengono pubblicamente minacciate, fatte oggetto di ritorsioni, obbligate a lasciare il proprio impiego o subiscono perdite personali per aver fatto sentire la propria voce nella vita pubblica, per aver donato a una causa o per aver preso parte a un’elezione, la nostra democrazia ne esce sconfitta. Questo è tanto sbagliato quanto le persecuzioni o le ritorsioni contro le persone LGBT.
  4. Questo appello a un approccio equilibrato tra i diritti religiosi e i diritti gay non rappresenta un cambiamento o uno spostamento dottrinale per la Chiesa. Esso rappresenta il desiderio di unire le persone, di incoraggiare un dialogo reciprocamente rispettoso all’interno di quello che è diventato un dibattito nazionale molto polarizzato.
  5. In questo approccio, nessuna delle due parti potrebbe ottenere tutto ciò che vuole. Dobbiamo tutti imparare a convivere con altre persone che non condividono le stesse nostre credenze o gli stessi nostri valori. 

 

 

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