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La vera natura del battesimo per i morti

La vera natura del battesimo per i morti

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni crede nell’insegnamento di Gesù in qualità  di Messia e Salvatore e che il battesimo è un’ordinanza fondamentale per il progresso eterno delle anime. La Chiesa crede anche che il messaggio di Salvezza di Gesù, o il vangelo, venga insegnato, dopo la loro morte, a tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di conoscerlo in questa vita. Gli spiriti dei morti escono dai loro corpi materiali, e entrano in una diversa dimensione invisibile agli occhi umani, ma altrettanto reale come la vita terrestre. Gli spiriti di coloro che vissero sulla terra  possiedono ancora il libero arbitrio per capire il messaggio insegnato nell’aldilà, per studiarlo, per poi accettarlo o respingerlo. Non usufruendo più di un corpo per effettuare il proprio battesimo, i fedeli della Chiesa celebrano, nei sacri templi, l’ordinanza del battesimo per immersione a favore dei loro antenati. È evidente che tale battesimo ha un’effettiva efficacia solo qualora l’individuo, a favore del quale è stato celebrato, ha scelto di accettare il messaggio come gli è stato predicato dopo questa vita. Il termine “battesimo” si riferisce a una pratica che i seguaci di Gesù applicavano per entrare a far parte della sua comunità, che annunciava il Regno dei Cieli. Questa ordinanza veniva celebrata per immersione nell’acqua da chi era autorizzato a detenere il sacerdozio nell’ambito di questa comunità, o chiesa. L’origine del battesimo quindi proviene da una usanza israelitica chiaramente praticata nel Tempio di Mosè per i leviti e i kohanim, in seguito dalle comunità di qumran o degli esseni per arrivare fino a Giovanni detto il Battista. I mormoni seguono questa stessa pratica nei loro templi moderni edificati con l’autorità del Sacerdozio di Melkizedek, che è, nelle loro credenze, superiore a quello levita.

 

Il battesimo per i morti è un’invenzione dei mormoni?

La pratica del battesimo al tempio che i mormoni celebrano a favore di persone defunte è un rito sacro ben radicato nella storia e nella pratica del Nuovo Testamento, sebbene non sia più praticata da altre confessioni cristiane di oggi.

Oltre alle varie prove documentarie derivanti dalle tradizioni paleo-cristiane, due versetti del Nuovo Testamento possono essere citati come elementi che indicano la pratica del battesimo per procura in favore degli spiriti dei defunti. Paolo e Pietro rispettivamente scrissero:

1Corinzi 15:29:  “Altrimenti, che faranno quelli che son battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque son essi battezzati per loro?”

1Pietro 4:6: “Poiché per questo è stato annunziato l'Evangelo anche ai morti; onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto allo spirito”.

I non mormoni hanno motivo di risentirsi del battesimo per i morti?

Preoccuparsi per il bene, fisico, economico, sociale, morale e spirituale dei nostri simili, in particolare di coloro per i quali nutriamo più affetto – quali i nostri familiari e amici – è un tratto caratteristico e lodevole della natura umana. Ovviamente, ogni individuo esprime questa sincera attenzione in relazione alle proprie idee e convinzioni. Nessun mormone si offenderebbe se  sapesse che un suo parente cattolico ha fatto celebrare una messa in suffragio del suo coniuge o di un suo figlio deceduto. Pur non credendo in tale pratica, ne apprezzerebbe l’affettuosa intenzione che ha portato a tale azione. Un analogo pensiero dovrebbe suscitare nei non mormoni la pratica dei Santi degli Ultimi Giorni del battesimo a favore dei defunti.

Anzi, una reazione di fastidio o, peggio, di protesta, corrisponde a riconoscere alla celebrazione del battesimo per i morti una certezza di efficacia che nemmeno i mormoni le attribuiscono (in quanto dipendente dalla scelta del defunto). 

Analogamente se una comunità ebraica menzionasse il nome di un defunto durante la preghiera serale del arvit o organizzasse un limud (studio di torà) per l’ascesa dell’anima di un proprio parente, nessun mormone si opporrebbe, anzi ne sarebbe ben lieto.

Alla luce dell’offesa potenziale che questi battesimi post mortem hanno provocato nei confronti degli ebrei nel mondo la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha concluso un accordo con le comunità ebraiche americane, con gli archivi e con lo Stato d’Israele.

Regole per il battesimo per i morti

Un fedele della Chiesa può celebrare il battesimo per un defunto solo se fa parte della sua famiglia diretta o collaterale. Qualora egli non fosse il parente più stretto in vita di una persona deceduta nata negli ultimi 95 anni, deve ottenere il permesso dal parente più stretto ancora in vita.

Se qualche membro violasse una di queste regole egli ne sarebbe il solo e l’unico colpevole. Reputarne responsabile la Chiesa di Gesù Cristo, è altrettanto illogico e ingiusto che reputare responsabile della violazione di una norma di legge (o comportamentale o etica) da parte di un individuo la sua Chiesa di appartenenza. Altrettanto illogico è considerare che tale violazione di legge possa essere considerata, nei confronti di una terza persona che avesse in comune con il violatore il cognome, la razza, la cittadinanza, l’affiliazione politica o religiosa, come una questione che «lo riguarda personalmente».

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