Comunicato stampa

Il mondo virtuale

Jill C. Manning ricorda ancora quando giocava con Pong, uno dei primissimi video game.

Uscito nel 1972, Pong era basato sul tennis da tavolo. Per giocare i giocatori dovevano muovere in su e giù due linee che si vedevano sullo schermo per incrociare un punto (che rappresentava la pallina) che si muoveva da una parte all’altra dello schermo.

I ragazzi di oggi avrebbero scarso interesse per Pong, il primo videogame a raggiungere una vasta popolarità sia nelle sale di videogiochi che nelle case private. I loro videogame contengono un immagini, suoni e grafica della vita reale. I giocatori possono personalizzarli a seconda dell’umore e del desiderio e non sono limitati a giocare contro avversari che stanno nella stessa stanza e condividono lo stesso schermo. Attraverso Internet possono sfidare giocatori che abitano in nazioni diverse.

Per un appassionato di videogame del 1972 sarebbe stato impossibile concepire o addirittura comprendere i giochi di oggi, dice sorella Manning, terapista matrimoniale e familiare.

Lo stesso avviene in molte famiglie per la tecnologia. «Quando si avvicinano alla tecnologia, in particolar modo a Internet, molti genitori cresciuti prima dell’avvento di Internet hanno ancora lo stesso atteggiamento mentale degli anni 60, 70 e 80. Non hanno un punto di riferimento per capire i pericoli e i rischi di cui parliamo».

Ma l’era di Internet ha cambiato radicalmente il panorama sociale dei giovani, ha detto sorella Manning, che ha parlato a un sottocomitato del senato degli Stati Uniti sui danni della pornografia ed è l’autrice di What’s the Big Deal about Pornography: A Guide for the Internet Generation.
La pornografia su Internet, ad esempio, non è un’immagine fissa vista sulla pagina di una rivista. Al contrario, con il semplice click del mouse, le persone hanno libero accesso a «un assortimento apparentemente infinito di immagini sessualmente esplicite che spesso comprendono suoni, movimenti e sono più chiare della pornografia delle epoche passate».

In sostanza, aggiunge, paragonare l’atteggiamento mentale che molti adulti hanno nei confronti della pornografia alla realtà è come confrontarePong con i videogame di oggi.

Sorella Manning dice che, sebbene Internet «sia uno strumento efficace e utile, non è un’occupazione sicura per i bambini.
I ragazzi e i bambini non devono essere lasciati da soli a destreggiarsi con il mondo virtuale».

Il messaggio di sorella Manning è semplice: I genitori devono interessarsi dei propri figli quando sono online. «Non credo che Internet sia un luogo sicuro dove i giovani possono interagire privatamente», sostiene sorella Manning.

«Il famoso sito web MySpace.com ha più di 180 milioni di profili, che lo rendono il più grande sito network del mondo. Può sembrare un ottimo mezzo per incontrare tanta gente, ma molti che si sono resi colpevoli di crimini sessuali mettono il proprio profilo su MySpace.com per cercare nuove vittime».
Sorella Manning ha dichiarato che nelle prime due settimane di maggio del 2007 MySpace.com ha cancellato settemila profili di persone accusate di reati sessuali e da allora ne ha eliminati molti altri.

«Le chat spesso inducono chi le frequenta a trattare argomenti e discussioni che nella vita quotidiana non farebbero mai. È facile nelle chat imbattersi in conversazioni sul sesso, insulti razzisti, dichiarazioni omofobiche e sessiste e linguaggio deprecabile.

Visitare le chat è un po’ come andare a una festa dove, assieme a gente moralmente sana e per bene, sono mescolate persone che hanno commesso reati sessuali, criminali e persone che mancano di rispetto. La differenza più grande è che al “chat party” tutti sembrano simili: non puoi distinguerli l’uno dall’altro».

I giovani devono ricordare che online le persone possono ritrarre se stesse come vogliono, rendendo impossibile sapere veramente chi è la persona dall’altra parte. Ecco perché è così importante non condividere mai informazioni personali quando si è online, consiglia sorella Manning,
che raccomanda ai giovani di incontrare nuovi amici di persona, quindi usare la tecnologia per coltivare queste amicizie.

I collegamenti in rete --- quali Facebook o MySpace --- sono il centro commerciale o il ritrovo locale delle generazioni passate, ha detto Peter Ferioli, direttore del Net Nanny Operations for Content Watch Internet Protection. «Le persone si incontrano nel mondo virtuale.

Per molti aspetti il mondo virtuale diventa la famiglia allargata di molti giovani. I genitori saranno sempre indietro».

«Internet è una delle poche cose che i genitori non hanno provato quando erano adolescenti», ha aggiunto Jack Sunderlage, presidente del Content Watch Internet Protection.

«Il problema è che molti giovani non capiscono le conseguenze delle scelte che fanno online perché si sentono anonimi, ma devono sapere che ogni cosa che fanno in rete è salvata da qualche parte».

Dan Gray, assistente sociale e direttore del LifeSTAR Network, ha affermato che un numero sempre maggiore di genitori e capi di governo o comunità sono preoccupati dell’impatto di Internet sui bambini: «Restano isolate e non apprendono quelle capacità sociali di cui avranno bisogno per affrontare la vita».

Anche se né fratello Gray né Todd Olson, assistente sociale e direttore dei programmi del network LifeSTAR, consigliano di eliminare Internet o il computer da casa, comunque incoraggiano i genitori a controllare le attività online dei figli.

Raccomandano un software per computer che invia ai genitori le e-mail che i figli più piccoli mandano e ricevono. «I bambini devono avere la possibilità di impratichirsi della tecnologia» ha detto fratello Olson. «Non vogliamo portarla via, vogliamo insegnare loro come usarla».

Secondo sorella Manning le famiglie devono parlare apertamente dei rischi di Internet. «Dobbiamo chiederci: “Cosa stiamo facendo, come famiglia, per lavorare insieme e tenere i membri della famiglia al sicuro?”»

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