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Giorno della memoria

Oggi è il Giorno della memoria e vogliamo rendere omaggio a tutti gli Ebrei di oggi e del passato. Quando pensiamo alla storia e alla cultura ebraica, sentiamo istintivamente un senso di profondo rispetto per un popolo che è stato spesso privato dei suoi diritti fondamentali a motivo della sua identità religiosa..

Il nostro rispetto nasce dal credere nel principio fondamentale che garantisce a tutti gli esseri umani la libertà di adorare il proprio Dio secondo i dettami della propria coscienza (vedere Articoli di Fede, numero 11), o di non adorare alcun Dio, se questo è ciò che desiderano.

Ma il nostro rispetto si trasforma sempre più in ammirazione per come così tanti Ebrei hanno saputo affrontare le atrocità inflitte loro e per le grandi lezioni sul perdono che ci hanno lasciato.

Molto è stato detto e scritto sulle atrocità inflitte agli Ebrei nel secolo scorso e molto ancora potrebbe essere detto e scritto, soffermandosi su questo o quell'aspetto della storia di un popolo che merita tutto il rispetto e l'ammirazione di cui l'essere umano possa essere capace, ma oggi vorremmo parlare di un episodio emblematico della capacità divina di molti appartenenti a questo popolo di non rispondere al male con il male, ma di perdonare i propri carnefici.

Nel 990, quando l’Impero Romano estendeva ancora la sua autorità oltralpe, nella città di Magonza (Meinz, Germania), l’arcivescovo Willigis fece costruire la Chiesa di Santo Stefano. Sorta sul nucleo già esistente della cattedrale cittadina e più volta restaurata nel corso dei secoli, la Chiesa di Santo Stefano è uno dei simboli di una delle virtù cristiane più alte: il perdono.

La Chiesa di Santo Stefano era stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e a partire dal 1973, il monsignor Klaus Mayer iniziò a corrispondere con Marc Chagall, uno dei più grandi pittori del ‘900, che nel frattempo era tornato in Francia dopo averla dovuta abbandonare a seguito delle persecuzioni naziste, e cercò di persuaderlo a creare delle vetrate per completare la ricostruzione della chiesa. Non si trattava di una semplice richiesta di un committente a un’artista: era molto di più. Marc Chagall aveva vissuto sulla propria pelle le atrocità delle persecuzioni naziste e la sua vita, i luoghi dove aveva dovuto vivere e rifugiarsi, la storia della sua famiglia erano state condizionate dalle follie suprematiste del nazismo la cui base si trovava proprio nella nazione da cui ora proveniva questa richiesta. Ci vollero 5 anni prima che Marc Chagall accettasse questa richiesta e iniziasse a creare la prima delle 9 meravigliose vetrate che adornano questa chiesa. Le bellissime vetrate, dominate da un blu etereo, rappresentano scene dell’Antico Testamento che sottolineano il retaggio comune di cristiani e giudei.

Il suo fu un gesto di riconciliazione. Sicuramente si trattò del culmine di un percorso di guarigione che portò alla fine al perdono e alla riconciliazione rappresentati dall'opera finale oggi visibile nella Chiesa di Santo Stefano.

E così, oggi, nel Giorno della memoria, rinnoviamo il nostro profondo rispetto per la cultura ebraica e la nostra profonda ammirazione per le preziose lezioni insegnateci dalla storia di questo popolo.

Siamo grati agli Ebrei per le grandi lezioni di umiltà nel vivere il proprio credo, serietà nella vita di tutti i giorni, convinzione nella propria fede, non disponibilità a scendere a compromessi sul proprio credo, rispetto del credo degli altri, incapacità di portare rancore, capacità di perdonare totalmente, capacità di non comportarsi come vittime, capacità di insegnare al mondo lezioni informali dei più alti principi cristiano-giudaici.

In un mondo in cui tutti sentono di dover insegnare qualcosa agli altri, oggi, in occasione di questa ricorrenza, noi siamo grati di trovare sempre grandi lezioni da imparare dai nostri amici Ebrei.

Guida allo stile:Quando fate un articolo su La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, nel menzionare per la prima volta il nome della Chiesa vi preghiamo di riportarlo per intero. Per ulteriori informazioni sull’uso del nome della Chiesa, consultate online la Manuale di stile.